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Piante officinali
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Salvia glutinosa - multifida - pratensis - verbenaca - minore

pratensis

Salvia glutinosa L.

Famiglia: Labiatae
Nomi volgari: salvia vischiosa, salvia dei boschi, salvia gialla, ormino selvatico, pignata.
Etimologia: il nome generico deriva dal latino”salvus”cioè “salvo”, con riferimento alle proprietà salutari della pianta.

Morfologia:
pianta perenne erbacea, con intenso odore aromatico, fusti semplici ed eretti, pubescenti in basso, glutinosi in alto, alta sino a 120 cm.
Le foglie sono lungamente picciolate, pelose glandulose su entrambe le pagine, con lamina astata alla base, sono grossolanamente seghettate.
Le infiorescenze sono dei verticilli che portano 2-4 fiori gialli, profumati, avvolti da brattee.
Il calice è strettamente campanulato, rigido e con peli ghiandolari, vischioso, la corolla bilabiata è tubulosa si allarga alla fauce in 2 labbra gialle, punteggiate di macchie rosso-brune.
Gli stami si comportano come piccolissime leve: quando gli insetti si appoggiano, penetrando nel fiore in cerca di nettare, azionano un meccanismo che gli ribalta sul dorso il braccio degli stami che portano le antere, rovesciando il polline sul dorso degli insetti stessi.

Distribuzione – habitat – fioritura:

diffusa nelle zone montane dell’Europa e dell’Asia, in Italia è pianta comune, assente nelle isole, dei boschi di latifoglie, dove fiorisce da giugno ad agosto sino a 1.700 m.

Proprietà ed usi:
dalla pianta è possibile ricavare gomma.

Note:
il genere Salvia, annovera circa 900 specie aromatiche annuali, biennali, perenni, suffrutticose e arbustive, diffuse specialmente nelle regioni temperate. Alcune salvie sono buone piante mellifere.
Circa 80 specie, per la bellezza dei fiori, sono usate come ornamentali, alcune trovano impiego come erbe medicinali o aromatiche.

 

Labiatae (Lamiaceae)

Salvia multifida Sibth. & Sm.

Salvia verbenaca L. subsp multifida (Sibth. & Sm.) Briq. - Salvia clandestina L.

Nome volgare: Salvia celestina

Forma biologica: emicriptofita scaposa;

Descrizione:
Erbacea perenne, con fusto eretto alto da 1 a 3 dm, ramificato e peloso per peli patenti e ghiandolari. Le foglie basali, portate da un picciolo di 2-5 cm, hanno lamina ellittica pennatopartita o pennatofessa, profondamente divisa, spesso fino alla nervatura centrale; le foglie cauline si fanno verso l'alto progressivamente sessili ed amplessicauli. I fiori presentano corolle lunghe più o meno il doppio del calice, di colore celeste chiaro e riunite in verticilli addensati.

Antesi: Marzo – Giugno;

Tipo corologico: SE-Europeo;

Distribuzione in Italia: Sicilia e Penisola verso nord fino alle province di Ravenna, Firenze e La Spezia;

Habitat: Incolti erbosi da quota 0 a 600 m;

Note di sistematica: E' dubbio si tratti di buona specie o forse di ibrido fissato ( forse tra Salvia pratensis e S. verbenaca come ipotizza Montelucci)… Si presenta in popolazioni compatte presso il mare e fino a 30-40 Km dalla costa, su pendii soleggiati e rivolti a SW. (Pignatti – Flora D’Italia).

Etimologia: Il nome Salvia deriva da Salvus, che i latini scrivevano Salus, che significa "intatto, intero" a ricordare come fossero apprezzate, sin dall'antichità, le virtù medicinali di questa pianta dedicata alla dea Salus, colei che assicura la salute. Sembra che il nome sia stato attribuito alle piante di questo genere da Plinio proprio in riferimento alle proprietà terapeutiche.


Proprietà, utilizzi e curiosità:

 

 


Salvia pratensis L.

Famiglia: Labiatae
Nomi volgari: salvia comune, salvia dei prati.
Etimologia: il mome del genere deriva dal latino “sàlvus” = “salvo”, con riferimento alle proprietà medicinali di queste piante; oppure sempre dal latino “salvere” = ”star bene”, con la medesima radice il nome tedesco “salbe” = “unguento medicamentoso”.

Morfologia:
pianta perenne, di aspetto erbaceo, ha fittone ingrossato e fusto eretto, pubescente, legnoso e ramificato in alto, alta fino a 70 cm. La pianta ha un odore intenso, non gradevole.
Le foglie della rosetta basale sono picciolate, lanceolate, caratterizzate da una nervatura reticolare e dai margini leggermente crenati. I fusti talvolta portano piccole foglie sessili disposte a 1-3 paia.
I fiori sono azzurro-violetti, raramente rosa o biancastri, hanno un corto labbro inferiore, mentre il superiore è arcuato. Sono disposti in radi verticilli, all’ascella di piccole brattee. L’insieme forma una spiga chiusa. Gli stami della salvia comune, si comportano come piccole leve: quando un insetto, in cerca di nettare, penetra nel fiore,aziona una specie di pedale, che gli ribalta sul dorso il braccio dello stame che porta l’antera: il polline si rovescia allora sul dorso dell’insetto.Questo meccanismo si può facilmente verificare introducendo nel fiore un filo d’erba.
I frutti sono tetracheni.

Distribuzione – habitat – fioritura:

pianta caratteristica dell’Europa mediterranea, in Italia è comune in quasi tutto il territorio; assente in alcune zone della Calabria, in Sicilia e in Sardegna.
Vegeta nei pascoli magri, nei prati, nei luoghi sassosi, nelle radure asciutte, frequente nei luoghi asciutti e soleggiati, dove fiorisce da maggio a ottobre sino a 1.600 m.

Proprietà ed usi:

la Salvia pratensis possiede proprietà simili, anche se più blande, della Salvia officinalis (salvia domestica), entrambe esercitano un’azione tonica, digestiva, antisettica, espettorante e antispasmodica.
Per uso esterno buon rimedio in caso di gengivite, per eczemi, piaghe e punture d’insetti.
Le foglie, pur non avendo la marcata aromaticità della più nota S. officinalis, possono essere utilizzate per insaporire sughi, minestre, frittate o ripieni per torte salate insieme ad altre erbe.

Curiosità:
la salvia è conosciuta e utilizzata sin dall’antichità, la usava Cleopatra per preparare filtri afrodisiaci. I latini la chiamavano erba sacra e le attribuivano capacità di curare il morso dei serpenti, a condizione che non fosse stata infettata dall’alito venefico dei rospi. Ritroviamo questa credenza nel “Decameron”. I medici della scuola salernitana si chiedevano:”perché dovrebbe morire l’uomo nel cui giardino cresce la salvia?”
Nei secoli successivi si attribuirono a questa pianta diverse proprietà: quella di far restare incinta la donna che ne avesse bevuto l’infuso per 4 giorni di fila, o quella di curare le affezioni del cavo orale, perché la forma delle foglie ricorderebbe una lingua, oppure il potere di spezzare malie e incantesimi.

Note:

questo genere annovera 900 specie di aromatiche annuali, biennali perenni e, soprattutto suffruticose e arbustive, diffuse un po’ ovunque, specialmente nelle regioni temperate.
Le salvie sono interessanti per l’aroma, ma sono localmente importanti anche come piante mellifere, alcune per i bellissimi fiori dai colori accesi (S.virdis, S.sclarea), vengono utilizzate come fiori recisi freschi o secchi, molte sono utilizzate come piante ornamentali.

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verbenia

Salvia verbenaca L.
( = Salvia. betonicifolia Lam., Salvia controversa Ten., Salvia horminoides Pourret, Salvia domenechii Sennen, Salvia hiemalis Brot., Salvia lanigera Poiret, Salvia littoralis Ferrary, Salvia mixta Timb.-Lagr., Salvia neglecta Ten., Salvia oblongata Vahl , Salvia pallidiflora St-Amans , Salvia polymorpha Hoffmanns. & Link, Salvia rhodantha Zefirov, Salvia verbenacoides Brot., Salvia verbenifolia Salisb. )

Nome volgare: Salvia minore

Forma biologica: H scap (Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allugato, spesso privo di foglie.)

Descrizione:
Pianta erbacea perenne, polimorfa, alta 20-80 cm, con fusto eretto, quadrangolare, scanalato ramoso in alto, con peli ghiandolari e pelio patenti.
Foglie basali, rugose, in rosetta i con picciolo di 2/5 cm e lamina ovato-lanceolata , pennatifida con 3-4 lobi pelosi, crenati e ottusi. Le foglie cauline sono opposte, più piccole e sessili, profondamente lobate o pennatosette.
Fiori ermafroditi, zigomorfi, in numero di 2-12, portati in verticillastri che formano lunghe spighe terminali, con brattee verdi. Il calice bilabiato, che misura poco più delle brattee, ha il labbro superiore diviso in 3 denti e in due 2 quello inferiore, ricoperti di peli lanosi biancastri. Corolla violetta, raramente azzurrina o rosa pallido. Il fiore bilabiato ha il labbro superiore con un profilo che ricorda un falcetto mentre quello inferiore bilobato, tende ad abbassarsi al peso dell'insetto pronubo, favorendo lo spargimento del polline sull’intruso che poi andrà ad impollinare altri fiori. Gli stami sono 4, l’ovario è supero quadriloculare.
Il frutto è composto da 4 acheni

Antesi: fiorisce in genere per l’intero anno;

Tipo corologico:
Steno-Medit. (Specie con areale limitato alle coste mediterranee, area dell'Olivo).

Distribuzione in Italia: comune nell’intera penisola, rara a nord

Habitat: incolti erbosi ed aridi sino a 1.400m.

Etimologia: Il nome del genere deriva dal latino salvus = sano , con riferimento alle qualità medicinali di queste piante

Proprietà ed utilizzi:
Nell’antichitrà tutte le salvie erano considerate erbe sacre e venivano utilizzate come panacea di tutti i mali.
Questa pianta per le sue proprietà battericide e cicatrizzanti era usata nelle affezioni delle vie respiratorie e per disinfettare le ulcere e ferite della pelle, favorendo la loro cicatrizzazione ed evitando che divenissero infette. Era anche utilizzata come collirio per schiarire la vista.
Tutte le Salvie sono considerate toniche e stimolanti, antispasmodiche, febbrifughe, antisudorifere.